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Fu il progetto di rendere edificabile la valle di Follonica a scatenare le polemiche che avrebbero evidenziato l’urgente necessità di elaborare il Piano Regolatore Generale comunemente detto Piano Piccinato, entrato in vigore, dopo non poche e non innocue traversie, nel maggio 1959. La domanda per un’intensiva lottizzazione del terreno compreso tra San Francesco e Santo Spirito fu avanzata dalla proprietaria, marchesa Ginevra Chigi Zondadari Bonelli, nel maggio 1952, rispolverando una delle idee più bislacche del Piano predisposto dal podestà Fabio Bargagli Petrucci e per fortuna mai andato in porto. In esso si prevedeva che in quella zona sorgessero “comode costruzioni civili ed il desiderato villaggio degli artisti”. Si sa che Siena è sempre stata molto ottimista quanto a disponibilità di autoctoni ingegni creativi. La ripresa dell’audace ipotesi a tinte corporative non era però finalizzata a dar ricetto a pittori e scultori, ma puntava a formulare una rapida (e rovinosa) soluzione per lo sviluppo edilizio di cui si avvertiva il bisogno.
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