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Scritture. Giornalismo e/o letteratura

04/06/2012

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Su questa stessa pagina domenicale, giusto la volta scorsa avemmo modo di parlare del rapporto tra letteratura e mafie, tra la necessità di raccontare (far conoscere) quel tipo di nefandezze e il rischio che la stessa narrazione possa, al di là delle buone intenzioni, alimentare un mito sbagliato.
La questione di contenuto ne richiama poi un’altra di forma. Qual è il confine tra letteratura e giornalismo? E’, infatti, dalla fine dell’Ottocento – da quando cioè il giornalista, da pedissequo cronista diventa sempre più ‘narratore’ di notizie – che i due àmbiti vanno reciprocamente ad influenzarsi. Basti pensare a nomi come Theodore Dreiser o Jack London che, nati giornalisti, finirono per diventare letterati. Ed è celebre l’aut-aut posto da Gertrude Stein a Ernest Hemingway: bisogna scegliere tra l’essere scrittore o giornalista, perché entrambe le cose non sono possibili. Hemingway fece come meglio gli parve. Continuò a fare il corrispondente dal fronte e trasferì quella sua esperienza nel romanzo Per chi suona la campana. In ambedue i casi i risultati furono niente male.

Clicca qui per leggere l’editoriale completo di Luigi Oliveto

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