Un durissimo pamphlet contro la retorica del Bello che copre lo sfruttamento delle città d’arte, ma anche un manuale di resistenza capace di ricordarci che la funzione civile del patrimonio storico e artistico è uno dei principi fondanti della nostra democrazia, e che l’Italia può risorgere solo se si pensa come una “Repubblica basata sul lavoro e sulla conoscenza”. È il libro di Tomaso Montanari Le pietre e il popolo. Restituire ai cittadini l’arte e la storia delle città italiane (Minimum Fax) che verrà presentato lunedì 20 gennaio alle 18 ad Arezzo, nell’aula magna Giorgio Vasari dell’Istituto Buonarroti. A coordinare l’incontro, organizzato da Arezzo Città del Vasari, il giornalista Michele Taddei.
La pubblicazione - Perché il valore civico dei monumenti è stato negato a favore del loro potenziale turistico, e quindi economico? Perché la valorizzazione del patrimonio culturale ci ha indotti a trasformare le nostre città storiche in luna park gestiti da avidi usufruttuari? L'autore accompagna il lettore in una visita critica del nostro paese: dallo showroom Venezia a una Roma dove si delira di piste di sci al Circo Massimo, a una Firenze dove si affittano gli Uffizi per sfilate di moda e si traforano gli affreschi di Vasari alla ricerca di un Leonardo inesistente, a una Napoli dove si progettano megaeventi mentre le chiese crollano e le biblioteche vengono razziate, all’Aquila che giace ancora in rovina mentre i cittadini sono deportati nelle new town, scopriamo che l’idea stessa di comunità è stata corrotta da una nuova politica che ci vuole non cittadini partecipi ma consumatori passivi.
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