I genitori possono ripetere schemi appresi durante la loro infanzia, anche senza averne coscienza, influenzando il comportamento dei loro figli. In passato, il modello patriarcale vedeva il padre come l’autorità indiscussa della famiglia, un ruolo che limitava sia l’espressione emotiva che la partecipazione attiva dei figli e che ha subito una trasformazione radicale, soprattutto dagli anni ’50 e ’60, con l’emergere di movimenti per i diritti civili e per l’uguaglianza di genere.
L’autore, con questo suo lavoro, ci spinge a prendere consapevolezza dei danni profondi che la famiglia può infliggere, anche in situazioni meno gravi di quella descritta. Lo scenario su cui si muovono i protagonisti della storia precede il difficile processo di abbandono di una vita costituita da ruoli e modi di essere e di vivere statici, specie in quell’Italia dove la tradizione patriarcale era molto forte.
Vi si intravede un particolare angolo familiare contadino dove non è contemplato l’ascolto né percepita la necessità di un dialogo interpersonale con i figli da parte di genitori impegnati ad annullare lo spettro della miseria nonostante le ricchezze accumulate.
Genitori che reclamano la cieca obbedienza dei figli disintegrando, in loro, ogni possibilità di replica e di personale espressione. La figura materna appare vittima ma, una volta dissipato l’alone aureo dell’innamoramento del figlio, come lo schianto di un masso sul cristallo puro, appare tormentatrice ‘al soldo del marito’, con condotte perverse mirate all’annientamento morale dei figli.
13,00 €
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I genitori possono ripetere schemi appresi durante la loro infanzia, anche senza averne coscienza, influenzando il comportamento dei loro figli. In passato, il modello patriarcale vedeva il padre come l’autorità indiscussa della famiglia, un ruolo che limitava sia l’espressione emotiva che la partecipazione attiva dei figli e che ha subito una trasformazione radicale, soprattutto dagli anni ’50 e ’60, con l’emergere di movimenti per i diritti civili e per l’uguaglianza di genere.
L’autore, con questo suo lavoro, ci spinge a prendere consapevolezza dei danni profondi che la famiglia può infliggere, anche in situazioni meno gravi di quella descritta. Lo scenario su cui si muovono i protagonisti della storia precede il difficile processo di abbandono di una vita costituita da ruoli e modi di essere e di vivere statici, specie in quell’Italia dove la tradizione patriarcale era molto forte.
Vi si intravede un particolare angolo familiare contadino dove non è contemplato l’ascolto né percepita la necessità di un dialogo interpersonale con i figli da parte di genitori impegnati ad annullare lo spettro della miseria nonostante le ricchezze accumulate.
Genitori che reclamano la cieca obbedienza dei figli disintegrando, in loro, ogni possibilità di replica e di personale espressione. La figura materna appare vittima ma, una volta dissipato l’alone aureo dell’innamoramento del figlio, come lo schianto di un masso sul cristallo puro, appare tormentatrice ‘al soldo del marito’, con condotte perverse mirate all’annientamento morale dei figli.
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