Alcuni grandi scrittori sostengono che si finisce quasi sempre per scrivere lo stesso libro.
Io non sono certamente un grande scrittore ma anche a me capita, pur cambiando il titolo e gli argomenti, di lavorare allo stesso libro, centrato sulla memoria di ciò che ho vissuto e su quello che scaturisce dai cambi di prospettiva che l’età ti fa raggiungere.
D’altronde, quando il futuro è corto ed incerto, una delle consolazioni è spolverare i ricordi del passato. Ancor più se, come per fortuna capita a me, il passato è pieno di cose belle, ecco che la strada della narrazione è tutta in discesa.
Nel 2011 ho scritto un libro intitolato “Nella cruna di un ago” che racconta un periodo di pochi mesi del 1959 particolarmente ricco di eventi e che trasformò equilibri e dinamiche della mia famiglia.
Nella conclusione così scrivo in terza persona di me stesso: “Scoprì l’interesse per l’atletica leggera dopo che nell’estate del 1960 con l’amico Ettore Pellegrini si erano divertiti a ‘fare’ le Olimpiadi…”
Ed ecco allora che in questo nuovo libro la mia narrazione riprende esattamente da lì per raccontare gli anni dell’adolescenza e dell’atletica, insomma dei miei, dei nostri “anni veloci”.
Prefazione di Massimo Biliorsi, introduzione di Patrizio Forci.
12,00 €
Editore
Codice EAN
Curatore
N.pagine
Anno
Alcuni grandi scrittori sostengono che si finisce quasi sempre per scrivere lo stesso libro.
Io non sono certamente un grande scrittore ma anche a me capita, pur cambiando il titolo e gli argomenti, di lavorare allo stesso libro, centrato sulla memoria di ciò che ho vissuto e su quello che scaturisce dai cambi di prospettiva che l’età ti fa raggiungere.
D’altronde, quando il futuro è corto ed incerto, una delle consolazioni è spolverare i ricordi del passato. Ancor più se, come per fortuna capita a me, il passato è pieno di cose belle, ecco che la strada della narrazione è tutta in discesa.
Nel 2011 ho scritto un libro intitolato “Nella cruna di un ago” che racconta un periodo di pochi mesi del 1959 particolarmente ricco di eventi e che trasformò equilibri e dinamiche della mia famiglia.
Nella conclusione così scrivo in terza persona di me stesso: “Scoprì l’interesse per l’atletica leggera dopo che nell’estate del 1960 con l’amico Ettore Pellegrini si erano divertiti a ‘fare’ le Olimpiadi…”
Ed ecco allora che in questo nuovo libro la mia narrazione riprende esattamente da lì per raccontare gli anni dell’adolescenza e dell’atletica, insomma dei miei, dei nostri “anni veloci”.
Prefazione di Massimo Biliorsi, introduzione di Patrizio Forci.
12,00 €
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