Gli Ospedali dei Pazzi nacquero in Italia a partire dal Cinquecento, tramutandosi in “manicomio” nel corso del XVIII secolo; fu Tommaso Garzoni, nel 1586, a fornire la prima descrizione irriverente, grottesca e accurata delle figure incontrate durante il suo viaggio allegorico in uno di quei luoghi, con il suo trattato L’Ospidale de’ pazzi incurabili. Con il Novecento, le produzioni letterarie che tentano di dare voce all’esperienza del turbamento psichico si moltiplicano affermandosi, nel nuovo millennio, come vero e proprio topos letterari
Il saggio propone l’analisi e la ricognizione di testi letterari stesi da medici scrittori che, nel corso di due secoli e della loro professione psichiatrica, hanno avvertito l’esigenza di rendere testimonianza del contatto con la malattia mentale. Alcuni più noti, altri sconosciuti o dimenticati, mai del tutto colpevoli o vittime, aggrappati alla forza salvifica della scrittura.
Il volume raccoglie inoltre le interviste di alcuni di loro e propone un percorso didattico, con l’ausilio di saggi divulgativi curati da medici scrittori, volto all’avvicinamento a questo complesso tema, attraverso la letteratura, l’arte e il costume popolare. Ciò che ne emerge è la potenza del testo letterario, capace di travalicare lo spazio-tempo e raccontare, anche se con parole incerte e confuse, le insidie di una professione che, da scienza dura, si fa fragile e incredibilmente umana.
20,00 €
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Gli Ospedali dei Pazzi nacquero in Italia a partire dal Cinquecento, tramutandosi in “manicomio” nel corso del XVIII secolo; fu Tommaso Garzoni, nel 1586, a fornire la prima descrizione irriverente, grottesca e accurata delle figure incontrate durante il suo viaggio allegorico in uno di quei luoghi, con il suo trattato L’Ospidale de’ pazzi incurabili. Con il Novecento, le produzioni letterarie che tentano di dare voce all’esperienza del turbamento psichico si moltiplicano affermandosi, nel nuovo millennio, come vero e proprio topos letterari
Il saggio propone l’analisi e la ricognizione di testi letterari stesi da medici scrittori che, nel corso di due secoli e della loro professione psichiatrica, hanno avvertito l’esigenza di rendere testimonianza del contatto con la malattia mentale. Alcuni più noti, altri sconosciuti o dimenticati, mai del tutto colpevoli o vittime, aggrappati alla forza salvifica della scrittura.
Il volume raccoglie inoltre le interviste di alcuni di loro e propone un percorso didattico, con l’ausilio di saggi divulgativi curati da medici scrittori, volto all’avvicinamento a questo complesso tema, attraverso la letteratura, l’arte e il costume popolare. Ciò che ne emerge è la potenza del testo letterario, capace di travalicare lo spazio-tempo e raccontare, anche se con parole incerte e confuse, le insidie di una professione che, da scienza dura, si fa fragile e incredibilmente umana.
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