In una delle sue tante accezioni il paesaggio può essere interpretato come prodotto di una sedimentazione: di segni fisici e rapporti morfologici ma anche di immagini e “riflessioni” che gli hanno conferito valenze estetiche rendendolo riconoscibile come tale. Il paesaggio toscano è uno tra gli esempi più celebri di questa estetizzazione che ha “inventato” una certa immagine del territorio. Questo libro illustra una parte del processo storico-culturale che ha forgiato la sua percezione attuale esaminando due filoni di testimonianze letterarie e figurative riferite all’Ottocento e in qualche misura complementari: la produzione degli stranieri presenti a Firenze e dintorni in quegli anni, espressione di un atteggiamento contemplativo ed estetizzante, e quella della cultura locale, in particolare dell’Accademia dei Georgofili, volta a documentare le reali condizioni del territorio rurale con finalità produttive ed utilitaristiche. Il confronto tra questi documenti – tra l’altro consultabili nell’antologia allegata – svela due diverse modalità di guardare il paesaggio, due punti di vista legati rispettivamente alla sfera della contemplazione e a quella della gestione delle trasformazioni territoriali che la riflessione attuale sul paesaggio dovrebbe riconciliare.
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In una delle sue tante accezioni il paesaggio può essere interpretato come prodotto di una sedimentazione: di segni fisici e rapporti morfologici ma anche di immagini e “riflessioni” che gli hanno conferito valenze estetiche rendendolo riconoscibile come tale. Il paesaggio toscano è uno tra gli esempi più celebri di questa estetizzazione che ha “inventato” una certa immagine del territorio. Questo libro illustra una parte del processo storico-culturale che ha forgiato la sua percezione attuale esaminando due filoni di testimonianze letterarie e figurative riferite all’Ottocento e in qualche misura complementari: la produzione degli stranieri presenti a Firenze e dintorni in quegli anni, espressione di un atteggiamento contemplativo ed estetizzante, e quella della cultura locale, in particolare dell’Accademia dei Georgofili, volta a documentare le reali condizioni del territorio rurale con finalità produttive ed utilitaristiche. Il confronto tra questi documenti – tra l’altro consultabili nell’antologia allegata – svela due diverse modalità di guardare il paesaggio, due punti di vista legati rispettivamente alla sfera della contemplazione e a quella della gestione delle trasformazioni territoriali che la riflessione attuale sul paesaggio dovrebbe riconciliare.
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