Non è la prima volta che qualcuno sente il bisogno di esorcizzare un malanno scrivendone, imponendosi analisi che di necessità sfociano in autodiagnosi. In questo caso l’autore lo fa con apprezzabile disincanto, intessendo un’odissea tragicomica che rimane leggera a dispetto delle disavventure e dei dolori che racconta. Altra possibile lettura per queste pagine è quella dell’autoritratto involontario del narratore, che ritaglia un proflo con rari tratti a china su di un foglio pieno di colore. Il risultato è un manuale di sopravvivenza per attraversare indenni (?) questi nostri giorni.
Roberto Cadonici
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