Van Gogh fa una scelta molto precisa raffigurando una pipa di pannocchia per la sua “Sedia”. Il Colonnello Hans Landa di “Bastardi senza gloria” non avrebbe la stessa drammaticità se invece di una Calabash fumasse un sigaro. In epoche ormai molto lontane da noi, si potevano riconoscere uno studente o un operaio anche dal tipo di pipa che stringevano fra i denti. Per un gentiluomo, il rituale della pipa era a volte imprescindibile dal suo rango.
Come ha fatto questo curioso oggetto, sacro per i Pellerossa e ormai considerato di nicchia, a diventare un simbolo di calma interiore, riflessione e lucidità mentale? Un saggio che indaga la storia della pipa alla ricerca di un’iconografia, fra arte, cinema e letteratura.
15,00 €
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Van Gogh fa una scelta molto precisa raffigurando una pipa di pannocchia per la sua “Sedia”. Il Colonnello Hans Landa di “Bastardi senza gloria” non avrebbe la stessa drammaticità se invece di una Calabash fumasse un sigaro. In epoche ormai molto lontane da noi, si potevano riconoscere uno studente o un operaio anche dal tipo di pipa che stringevano fra i denti. Per un gentiluomo, il rituale della pipa era a volte imprescindibile dal suo rango.
Come ha fatto questo curioso oggetto, sacro per i Pellerossa e ormai considerato di nicchia, a diventare un simbolo di calma interiore, riflessione e lucidità mentale? Un saggio che indaga la storia della pipa alla ricerca di un’iconografia, fra arte, cinema e letteratura.
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