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Abitare il cambiamento. Firenze si racconta e si reinventa con CREAConnect

In un momento storico in cui le città europee sono chiamate a ridefinire la propria identità e il rapporto tra cittadini e spazi pubblici, Firenze si inserisce in una rete internazionale con un progetto che parla di coesione, creatività e nuove forme di abitare: CREAConnect.

Promosso all’interno di un programma europeo, questo percorso coinvolge cinque città – Firenze, Bruxelles, Marsiglia, Barcellona e Belgrado – unite da un obiettivo comune: valorizzare i Third Places, spazi ibridi in cui si sperimentano nuovi modi di vivere la città, di costruire comunità e di generare idee. Un’iniziativa ambiziosa che coniuga formazione, progettazione e sperimentazione, e che in Italia trova uno dei suoi fulcri nell’attività di LAMA Impresa Sociale, realtà fiorentina da anni impegnata nella rigenerazione urbana e nell’innovazione sociale.

Nel raccontarci il progetto, Martina Aiazzi Mancini, coordinatrice attività culturali di LAMA, parte da un presupposto chiaro: non esiste una definizione rigida di “terzo luogo”. Anzi, è proprio questa indeterminatezza a rappresentare un punto di forza.

“Abbiamo scelto di lasciare molto aperta questa definizione”, spiega Martina, “evitando di dare ulteriori dettagli ai partecipanti, così che possano trovare da soli una definizione su cosa possa essere per loro un terzo luogo, anche in relazione alla complessità degli spazi, dei tempi e delle persone che ne fanno parte”.

Un approccio che riflette l’intero impianto metodologico del progetto, fondato sull’analisi del contesto e sull’ascolto dei territori, con l’obiettivo quindi di non imporre visioni, ma stimolare interpretazioni. A Firenze, come nelle altre città coinvolte, si parte da una lettura situata della realtà, da cui trarre ispirazione per progettare nuove soluzioni.

La partecipazione di LAMA a CREAConnect nasce dal desiderio di costruire collaborazioni internazionali e di accedere a risorse, non solo economiche ma anche di pensiero, per portare avanti un progetto che conciliasse formazione e riflessione sullo spazio pubblico. La rete che si è creata è composta da realtà eterogenee: i capofila del progetto, ad esempio, sono Pali Pali, una realtà di Bruxelles che lavora sui nuovi usi dello spazio urbano, mentre a Marsiglia c’è la Friche la Belle de Mai, centro culturale e comunitario attivo in un quartiere complesso.

“Uno dei motivi per cui siamo saliti a bordo”, raccontano da LAMA, “è la possibilità di confrontarci con esperienze diverse, alcune delle quali conoscevamo già, altre che abbiamo imparato a conoscere durante il progetto. Questo scambio ci permette di trarre ispirazione e di legare relazioni che immaginiamo durature anche oltre CREAConnect”.

Nel progetto, ogni partner ha un ruolo specifico. LAMA è il primo a ospitare un Hackathon, e lo farà a Firenze dal 16 al 18 maggio presso l’Impact Hub, uno spazio che ben rappresenta la visione di terzo luogo proposta dal progetto: ex dogana rigenerata, oggi è un polo di innovazione, lavoro e cultura condivisa.

“Hub non è solo un luogo adatto strutturalmente, è un luogo che parla di noi. Volevamo che i partecipanti vivessero una Firenze non centro-centrica, ma più locale, più mordace, quella dei quartieri che spesso restano fuori dalla narrazione turistica”.

Il Florence Hackathon è solo il punto di arrivo di un lungo percorso di formazione avviato lo scorso 2 aprile. Sessanta giovani, provenienti da tutta Europa, stanno partecipando a un ciclo di workshop online, chiamato Capacity Building Program, con sessioni dedicate al Design Thinking, trasformazione urbana, innovazione sociale e progettazione collaborativa. I partecipanti, in larga parte studenti e neolaureati tra i 23 e i 24 anni, arrivano da percorsi diversi: turismo sostenibile, scienze applicate, design, terzo settore. Alcuni sono dottorandi, altri già impegnati in organizzazioni non governative o nella valorizzazione del patrimonio culturale.

“È un gruppo ricco, eterogeneo, molto entusiasta. Ci sono problem solver, multitasker, persone con competenze trasversali che stanno già portando valore al progetto.  Attraverso il loro contributo, si crea una commistione di saperi e di approcci che alcune volte possono andare in conflitto, altre volte invece possono complimentarsi a vicenda. Inoltre, è importante la trasmissione delle conoscenze: proprio per come è stato strutturato il progetto, le persone elaborano un metodo, che viene poi condiviso con i mentors, che a loro volta lavorano con i partecipanti. È un approccio di grande orizzontalità che stiamo cercando di promuovere il più possibile”, nella convinzione, quindi, che sia proprio la diversità dei saperi a generare le idee migliori.

Durante la formazione, LAMA ha il compito di raccontare il contesto locale e il tema chiave del Florence Hackathon: l’overtourism. Una questione delicata per una città come Firenze, che vive costantemente la tensione tra la necessità di accogliere e quella di preservare. Ma anche su questo, l’approccio è riflessivo e aperto.

“Ci siamo chiesti: esiste davvero l’overtourism? E se sì, com’è possibile raccontarlo in modo nuovo? Per noi è fondamentale partire dalla narrazione del fenomeno, ma anche interrogarsi su come questo cambia da luogo a luogo. L’overtourism di Firenze non è quello delle Cinque Terre, né quello del Grand Canyon”.

L’idea è quella di partire dai dati per immaginare narrazioni accessibili, democratiche, in grado di restituire complessità senza semplificazioni. “Abbiamo deciso di individuare quattro direttrici su cui lavorare: i flussi, le esperienze di vita, la mobilità e la qualità. Su questi assi costruiremo i gruppi, cercando anche di mescolare competenze e attitudini: internazionali con locali, introversi con estroversi”. I mentors avranno un ruolo cruciale nel guidare i gruppi, mettendo in crisi le idee quando serve, stimolando la riflessione, ma anche accompagnando l’elaborazione del pitch finale.

Al termine del percorso, durante l’Hackathon, i gruppi presenteranno le loro idee a stakeholder e challenge owners come la Fondazione Destination Florence e ARCI Firenze, che operano rispettivamente nel campo delle policy turistiche e della cultura. Non si tratta solo di generare soluzioni, ma di testare un metodo: collaborativo, trasferibile, migliorabile, basato su dati aperti e strumenti condivisi. L’obiettivo è creare un archivio, un repository, una bibliografia aperta che raccolga quanto prodotto e ne permetta la futura evoluzione.

“Ci stiamo chiedendo: noi, LAMA, cosa possiamo lasciare indietro? Come creare un’eredità condivisa, concordata e che possa essere co-progettata e riprogettata insieme? Il metodo che stiamo sperimentando è già parte di questa eredità. Ogni Hackathon avrà la sua specificità, ma ciò che ci interessa è che il processo possa essere adattato e replicato in altri contesti”.

In un’epoca in cui le città sembrano faticare a rispondere a bisogni sempre più complessi e mutevoli, progetti come CREAConnect offrono una chiave di lettura alternativa e una concreta opportunità di sperimentazione. CREAConnect è, in fondo, un progetto che prova a immaginare nuovi futuri possibili per le città europee, non offrendo ricette preconfezionate, ma costruendo spazi dove le domande contano quanto – se non più – delle risposte. E Firenze, con la sua storia, i suoi contrasti e le sue opportunità, si rivela un terreno fertile per questa sperimentazione collettiva.

Non stiamo lavorando direttamente sul policy making, ma stiamo sognando in grande”. E forse è proprio da qui che si comincia a costruire il cambiamento.

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