Firenze è considerata la culla dell’arte italiana e in particolare del Rinascimento, un periodo di grande fermento artistico che ha coinvolto letteratura, architettura e scienza. Alcuni dei più grandi artisti italiani sono nati in questa città – da Dante e Botticelli a Leonardo Da Vinci e Michelangelo, per non parlare di Brunelleschi a Donatello – lasciando un’eredità inestimabile. Ed è proprio su quest’ultimo punto che vorrei soffermarmi, cioè la sua indagabilità e, soprattutto, accessibilità cittadina.
Da molti anni la città di Firenze apre le sue porte ad una sempre più ingente quantità di turisti che, nel tempo, ha causato quel fenomeno che caratterizza anche altre città d’Italia, l’overtourism, arrecando non poca difficoltà ai residenti fiorentini e a tutti coloro che non riescono a vivere la città come vorrebbero, fruendo della sua cultura.
L’importanza della cultura rinascimentale unita all’aumento del turismo comporta, quindi, un cambio (o talvolta la totale assenza) di misure che consentano di visitare la città e renderla accessibile, anche economicamente, a chi vive tutto l’anno la città. Parlando di abbonamenti musei, troviamo formule molto ridotte rispetto all’offerta di altre regioni italiane o città europee.
In particolare, l’offerta si compone di: FirenzeCard, un abbonamento di 3 giorni che consente di visitare alcuni luoghi dell’area metropolitana di Firenze e del suo patrimonio culturale per 72 ore; la Card del Fiorentino, card acquistabile solo per i residenti e per soli studenti di università riconosciute dal Comune (in cui purtroppo non rientrano vari Istituti di Design e Arte, come ad esempio l’Accademia di Belle Arti, ISIA Firenze, LABA Firenze e altre), la quale permette di visitare alcuni dei luoghi di cultura più rinomati dell’area fiorentina; alcune convenzioni rientrano anche tra quelle strette con Unicoop Firenze, alle quali bisogna essere associati, e le Biblioteche Fiorentine, che svolgono un grande lavoro di informazione culturale gratuita.
Oltre a queste, Palazzo Strozzi offre la possibilità, ogni giovedì, per gli under 30, di visitare la mostra temporanea ad un prezzo irrisorio, iniziativa mirata ad avvicinare i più giovani alla cultura e all’arte.
Ma per le città di oggi e di domani, queste possibilità possono bastare a soddisfare la richiesta della popolazione e, inoltre, della circolazione di idee, dell’integrazione di artisti contemporanei, anche emergenti, e la creazione di spazi di divulgazione, soprattutto per la popolazione giovane che, per la maggior parte, deve radunarsi in zone periferiche di Firenze perché non trova altro spazio?
In alcune regioni italiane sono presenti abbonamenti più agevolati, come per esempio l’Abbonamento Musei per le regioni di Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia, per circuiti non solo statali ma anche privati, che con il suo solo acquisto consente la visita gratuita o con uno sconto molto conveniente nei musei e per la partecipazione a iniziative culturali. Parlando di città europee, Parigi è quella che ha messo in campo una misura molto vantaggiosa e di appeal per l’avvicinamento dei giovani alla cultura, garantendo ai residenti dell’Unione Europea fino ai 26 anni l’ingresso gratuito a molti dei suoi musei.
Con Asia Neri, direttrice del mensile Lungarno di Firenze, uno dei progetti che sostengono la città nella sua fioritura culturale contemporanea, abbiamo parlato, oltre che di accessibilità, anche di altre misure che potrebbe attuare e implementare la città per realizzare gli obiettivi elencati nel paragrafo precedente.
In che modo, secondo te e partendo dalla tua esperienza, potrebbero migliorare le politiche di accessibilità e di offerta culturale per i residenti e i giovani studenti a Firenze?
Secondo me si potrebbero istituire delle giornate infrasettimanali gratuite per i residenti, giorni in cui c’è poco flusso turistico e l’accesso può essere agevolato. In più, musei più accessibili negli orari notturni, per chi non può visitarli nel weekend, misura che potrebbe ridistribuire i flussi tra residenti e turisti, per esempio al Museo del Novecento. Inoltre molti musei della città rimangono chiusi e potrebbero essere riconvertiti come luogo di aggregazione per studio, per far vivere quei luoghi in maniera trasversale.
Hai mai ricevuto feedback o racconti di esperienze riguardo all’offerta culturale fiorentina?
Non in particolare, ma in generale la criticità che si percepisce più spesso è l’offerta poco contemporanea, che scredita anche gli artisti emergenti.
Parlando di Lungarno, come la rivista supporta l’accesso alla cultura per i giovani a Firenze e in Toscana?
Lungarno ha un’offerta molto varia, con un pubblico tra i 20 e i 45 anni, che poi sono le età delle persone che compongono la redazione del giornale. Dalle persone nascono gli articoli, e dagli articoli nascono le idee. Lungarno è un progetto informativo che si avvale del giornale cartaceo e digitale (disponibile gratuitamente in molti spazi di Firenze), organizza eventi e attività, promuove realtà e crea sinergia tra di esse. Inoltre, con l’Agenda degli eventi (disponibile da 6 mesi anche online su Instagram, settimanale da martedì a domenica) propone una linea editoriale che dà maggiore visibilità a realtà underground o più piccole rispetto ad altre più mainstream; associazioni, collettivi, enti del terzo settore sono quelle che ne fanno parte. Gli eventi sono gratuiti, alcuni hanno bisogno di tessera associativa della realtà ospitante (essendo Lungarno un progetto nomade, senza sede fissa) per ragioni di sicurezza.
Che ruolo possono avere le nuove tecnologie e le piattaforme digitali per rendere più accessibili le attività culturali ai giovani?
Le agende social stanno diventando molto importanti, su Instagram in particolare perché permettono di salvare il post e di vederlo in differita. Le app sono anch’esse importanti, in generale ci sono DICE per gli eventi musicali e Eventbrite per eventi con bigliettazione, anche gratuita. In generale, però, non è presente a Firenze una app che riunisca le rassegne degli eventi della città, e molti di questi che non circolano sui circuiti tradizionali, possono essere trovati su community whatsapp o Telegram. Anche le newsletter possono essere molto utili.
Sapresti scegliere un libro inerente all’argomento dell’articolo?
In questo momento non ho presente un libro in particolare, ma ti saprei consigliare perlopiù progetti di risemantizzazione dell’esperienza museale, per esempio della città di Peccioli.
Sapresti individuare degli spazi divulgativi, online o offline, inerenti all’argomento?
Lungarno, la rivista critica Artribune, insieme ad Exibart, Finestre sull’Arte (rivista di arte contemporanea) e cheFare, realtà culturale di Milano, mappatura delle realtà culturali, anche urbanistico a livello di design, ecosostenibilità.
Come riassumeresti l’argomento dell’articolo o la sua prospettiva futura a Firenze?
Più cultura, meno inaugurazioni. Meno vernissage di mostre o grandi eventi che ruotano intorno alla cultura, quando poi verso i musei non si presta attenzione. Essere meno una città come eventificio, che promuova cultura, non eventi, perché la cultura si costruisce, gli eventi vengono una sola volta.