Come i territori collinari possono essere parte fondamentale di innovazione, sostenibilità e coesione per il futuro della città.
Firenze è al centro di una trasformazione che punta a bilanciare il suo ricco patrimonio culturale con l’obiettivo di diventare una “città smart”, ovvero un modello in cui innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e coinvolgimento dei cittadini collaborano per migliorare la qualità della vita.
Come descritto in “Toscana diffusa. Un nuovo modello di sviluppo sostenibile” (Primamedia editore, 2024) sebbene soggette da tempo a processi di spopolamento, le aree interne fiorentine ospitano ancora oggi una porzione significativa della popolazione fornendo un contributo decisivo non solo nel forgiare l’immagine della Toscana nel mondo, ma anche nel preservare il dissesto del territorio che segue fatalmente i processi di abbandono.
I numeri parlano chiaro, le aree interne toscane costituiscono ancora il 17% del PIL regionale e coprono il 67% del territorio, dando casa a un quarto della popolazione toscana.
Secondo questi dati, in particolare il Chianti e il Mugello non sono più semplici “retroterra”, ma attori chiave del sistema urbano. Stefania Saccardi, assessora alle aree interne dichiara che i cambiamenti climatici, la necessità di riequilibrare il divario socio‑economico e ambientale tra aree forti e aree deboli esige un maggior impegno dei decisori pubblici verso un rapporto complementare in base al quale le aree montane e interne svolgono un ruolo fondamentale per le aree urbane maggiormente abitate.
Questi territori forniscono risorse essenziali al capoluogo fiorentino: boschi, sorgenti e terreni agricoli assicurano approvvigionamento alimentare a chilometro zero, contribuiscono al miglioramento della qualità dell’aria e garantiscono la disponibilità idrica, riducendo l’impatto ambientale legato, per esempio, al trasporto. L’IRPET mette in evidenza, e sottolinea come l’intensificazione dell’uso delle tecnologie digitali può consentire a molte aree periferiche di superare almeno in parte il loro deficit di accessibilità, riducendo di fatto il bisogno di mobilità fisica.
Parallelamente alla produzione agricola, la manutenzione dei versanti montani anche attraverso reti di sensori per il monitoraggio in tempo reale permette di contenere il rischio idrogeologico, tutelando le comunità locali e di conseguenza l’area metropolitana. Iniziative come “Paesaggi Resilienti”, nata in Emilia-Romagna dopo gli ingenti danni dovuti alle ultime alluvioni, coinvolgono le comunità del territorio nella manutenzione e piantumazione del verde, confermando che il rafforzamento di un rapporto diretto tra l’area metropolitana di Firenze e le aree del Chianti e del Mugello possa coniugare innovazione, socialità e tradizione per la valorizzazione di tutti i territori, rappresentano inoltre due “territori intermedi” con un tessuto produttivo consolidato, ma con margini di miglioramento nei servizi pubblici essenziali: colmare queste lacune significherebbe rinforzare il legame tra città e campagna e favorire uno sviluppo equilibrato.
Anche la Comunità del Cibo della Montagna Fiorentina supporta reti di produttori locali, promuovendo filiere certificate e percorsi di turismo esperienziale. Da questo punto di vista, un modello da prendere in considerazione è quello de “Il Mercato Centrale Firenze”, che, tramite l’adozione di filiere corte, valorizza i prodotti del Chianti e del Mugello, tracciandone l’intero processo produttivo grazie a piattaforme digitali capaci di monitorare in tempo reale parametri ambientali e di intervenire in modo preventivo.
Dal punto di vista della mobilità, si stanno rafforzando le linee di trasporto pubblico soprattutto gli autobus extraurbani e i servizi a chiamata o tramite app per facilitare gli spostamenti quotidiani verso il capoluogo, sia per chi studia che per chi lavora. Allo stesso tempo, iniziano a prendere forma anche le reti ciclabili e i progetti di mobilità dolce, che stanno acquisendo un ruolo importante soprattutto in ambito turistico, per esempio con gite o tour organizzati.
Guardando avanti, il rafforzamento delle connessioni fisiche, digitali e sociali tra Firenze e le sue aree interne sarà sempre più strategico. Potenziare l’accesso ai determinati servizi, sostenere l’agricoltura, incentivare il turismo sostenibile e facilitare l’uso delle tecnologie nelle zone periferiche può rappresentare non solo un’opportunità di crescita per i territori del Chianti e del Mugello, ma anche una risorsa preziosa per l’intera area metropolitana. In quest’ottica, l’università, i giovani professionisti e le amministrazioni locali possono e devono giocare un ruolo attivo: favorire uno scambio costante tra centro e periferia è la chiave per costruire un modello di città più equo, resiliente e capace di affrontare le sfide del futuro.