Non incontravo il dottor Navarrini da giorni, così decisi di fargli visita. La moglie aprì radiosa, mi fece accomodare in salotto e servì tè al limone con pasticcini appena sfornati. Stentavo a riconoscerla così gioviale, di solito i rapporti col marito erano burrascosi e il malumore aleggiava nell’abitazione come un manto di velluto nero. Alla mia richiesta di parlare col medico, la signora indicò il giardino sorridendo. Oltrepassai le aiuole di ortensie e camminai tra i meli ma non incontrai nessuno. Rientrata nel soggiorno chiesi di nuovo alla padrona di casa dove fosse il consorte, questa con tono cinguettante e occhio luciferino rispose: «nel frutteto cara, nel frutteto, ma sotto».