Cosa c’è di più rivoluzionario dell’amore in un’epoca in cui a prevalere sono intolleranza, menefreghismo e assenza di empatia? È la prima considerazione che mi esce di getto non appena terminato di leggere la storia di zia Caterina, raccontata da Alessandra Cotoloni nel libro “Taxi Milano25” (Edizioni San Paolo). Sapevo chi fosse Caterina Bellandi, la famosa tassista di Firenze ambasciatrice Toscana della solidarietà, e conoscevo sommariamente il suo operato al servizio dei bambini malati di tumore che lei accompagna all’Ospedale Meyer, ma solo attraverso le parole di Alessandra ho veramente afferrato il senso profondo di ciò che Caterina è (cosa Caterina fa viene di conseguenza) e la rivoluzione che sta portando avanti, non schermandosi dal dolore altrui bensì assimilandolo in profondità e condividendolo per aiutare chi ha bisogno di lei con la passione di chi è troppo innamorato della vita per cadere nella trappola dell’autocommiserazione.
La storia di zia Caterina inizia con la scomparsa del grande amore della sua vita; la morte di Stefano l’ha spogliata di una parte di sé e l’ha vestita di nuovi abiti colorati e stravaganti che sono diventati il suo lasciapassare per approcciarsi a chi soffre come una fata, sempre col sorriso, nella convinzione che, certo, non si scacciano malattie e sofferenze con un abbraccio, ma il viaggio in compagnia di “ospiti inattesi” viene reso quantomeno più leggero. E quale figura migliore poteva scegliere Caterina per stare vicina ai suoi super eroi? La zia è la persona più vicina alla mamma, con il vantaggio che non è una educatrice e i bambini li può viziare quanto vuole, assecondando ogni loro richiesta. Nella sua apparente follia, lei esprime coi fatti il messaggio più importante: perseguire sempre il proprio sogno senza arrendersi. Nella postfazione, don Luigi Verdi, fondatore e responsabile della Fraternita di Romena, scrive che secondo lui gli unici che possono salvare il mondo dalla sua follia autodistruttiva sono i bambini e gli innamorati che vivono di stupore e semplicità, hanno occhi aperti verso il futuro e sanno fidarsi senza condizioni. Caterina appartiene a entrambe le categorie: ha un animo puro, straripante e sregolato come quello dei bambini e ha dentro un’energia e una passione infinita, la stessa degli innamorati.
L’opera di Alessandra ha tuttavia il pregio di non presentare la zia come invincibile e invulnerabile; la mostra invece anche con le sue paure e le sue fragilità, riuscendo nell’intento di trasmettere con le parole le emozioni che Caterina a sua volta trasmette con il suo modo di essere e fare. Secondo l’autrice questo è forse il libro più difficile scritto finora, ma è anche quello che le ha regalato più spunti per guardare meglio dentro se stessa. E questo è lo stesso grande dono che viene fatto a tutti coloro che decideranno di approcciarsi alla lettura del volume con il cuore e la mente spalancati, per proseguire la rivoluzione avviata da Caterina. Del resto, come la zia insegna, Amor omnia vincit (l'amore vince tutto).