Le Alpi che sono rifugio delle anime libere e contrarie

Paolo Ciampi

26/01/2018

E' un altro modo per provare a dipanare la matassa della storia, non solo città e campagna, ma anche terre alte e terre basse. Cos'è la storia vista dalle terre alte, dagli uomini che generazioni dopo generazioni le terre alte le hanno abitate e presidiate? Come si racconta la storia da questo punto di vista, dalla cima delle montagne? Le Alpi, per esempio: si fa fatica a considerarle luoghi della storia, se non per qualche ricaduta secondaria e involontaria, effetto collaterale verrebbe da dire. O solo perché qualcuno di tanto in tanto - da Annibale a Napoleone - le ha attraversate con qualche indubbia conseguenza a valle. E invece le Alpi - e in genere la montagna - andrebbero inteso non solo come terre marginali e come barriere naturali - tanto più che sono sempre state anche luogo del movimento, dello scambio, dell'incontro, non solo confine.

E in ogni caso c'è anche una storia che è altra e che appartiene a queste vette. La racconta splendidamente Enrico Camanni - alpinista e giornalista - nel suo Alpi ribelli. Storie di montagna, resistenza, utopia (Laterza editore).  Titolo che già dà il senso di quale storia altra si parli: una storia raramente scritta al contrario di chi la storia la fa davvero. Storia che parla il linguaggio della possibilità, della libertà, persino dell'utopia. Storia di resistenza che non è solo quella contro i nazifascisti, ma è resistenza di idee, di convinzioni religiose, di riti e traduzioni, di comunità cacciate via dalle terre basse. "Dal Medioevo ai giorni nostri" - spiega Camanni - "come una risorgiva carsica che emerge dalle profondità del tempo, la montagna ogni tanto si ricorda di essere diversa e fa sentire la sua voce fuori dal coro".

E tutto questo racconta Camanni, in un libro che è anche un bel libro di viaggio attraverso le montagne e le parabole di vita che con le montagne si sono intrecciate. "Tuttora" - dice - "si alza il grido di chi rivendica una diversità geografica e culturale, compiacendosi dell'antico vizio montanaro di sentirsi speciali e ospitare i diversi, i ribelli, i resistenti, gli antagonisti, gli eretici, per diventare rifugio e megafono della anime libere e contrarie". E io ho teso l'orecchio e ascoltato questo grido. Spero che la montagna dei trafori, delle ovovie, dello shopping non abbia spento questo grido, anzi, che lo abbia reso più forte e più gonfio di ragioni.   

 
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Paolo Ciampi

Paolo Ciampi
Giornalista e scrittore fiorentino, Paolo Ciampi ha lavorato per diversi quotidiani e oggi è direttore dell’Agenzia di informazione e comunicazione Toscana Notizie. Si divide tra la passione per i viaggi e la curiosità per i personaggi dimenticati nelle pieghe della storia. Ha all’attivo oltre venti libri con diversi riconoscimenti nazionali e adattamenti teatrali. Gli ultimi, in ordine di pubblicazione, sono L’uomo che ci regalò i numeri (Mursia) che racconta i viaggi e le scoperte del matematico Leonardo Fibonacci, "L’Olanda è un fiore. In bicicletta con Van Gogh", finalista del Premio Albatros – Città di Palestrina, e due libri che raccontano cammini, "Tre uomini a piedi" (Ediciclo) e "Per le Foreste sacre" (Edizioni dei Cammini). Con Tito Barbini è uscito per Clichy con "I sogni vogliono migrare". E' molto attivo nella promozione degli aspetti sociali...
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