Perché la riccia s’incapriccia? Perché le camosce sono mosce? Scivolando sul filo delle assonanze e delle onomatopee, le filastrocche di questa raccolta sono un gioco continuo fra suoni e parole, un divertimento che parte dai versi degli animali. Ma siamo poi sicuri di conoscerli, questi versi? Il cane abbaia (i più snob latrano) e il gatto miagola, questo lo sappiamo tutti, e sappiamo perfino che il cervo bramisce. Ma il tacchino? E il pavone? E il gufo? La risposta è nella Filastrocca dei versi diversi (e dei verbi che devon sapersi) che, come le altre proposte dall’autore e accompagnate da tanti bei disegni, ci fa ridere ma anche imparare.
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