“Il romanzo poliziesco è un gioco intellettuale, anzi uno sport addirittura. Per scrivere romanzo del genere ci cono leggi molto precise; non scritte, forse, ma non per questo meno rigorose, e ogni scrittore poliziesco che si rispetti le deve seguire”. Così scriveva il teorico per eccellenza del romanzo giallo, o meglio del genere poliziesco, genere al quale questo Lost Dog, romanzo di esordio di Domenico Manzione, appartiene senza ombra di dubbio. Gli ingredienti ci sono tutti. Rigorosamente: delitto, investigatore, indagini svolte con sistemi scientifici – e certo la professione dell’autore lo ha reso infallibile nella precisione dei dettagli offerti al lettore – lo scioglimento finale.
Domenico Manzione conosce le venti regole di S.S. Van Dine e le applica tutte, anche l’ultima che elenca le banalità da evitare. E così, questo romanzo accattivante ci riserva sorprese, non solo, come è scontato che sia, nel dipanarsi della trama, ma, e forse soprattutto, in ciò che l’autore, esordiente nella narrativa, ma profondo conoscitore dei meccanismi giudiziari, lascia trapelare, con discrezione, a volte con ironia e sempre rispettando l’appartenenza ad un genere letterario, del suo pensiero sulla pratica della giustizia.
14,00 €
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“Il romanzo poliziesco è un gioco intellettuale, anzi uno sport addirittura. Per scrivere romanzo del genere ci cono leggi molto precise; non scritte, forse, ma non per questo meno rigorose, e ogni scrittore poliziesco che si rispetti le deve seguire”. Così scriveva il teorico per eccellenza del romanzo giallo, o meglio del genere poliziesco, genere al quale questo Lost Dog, romanzo di esordio di Domenico Manzione, appartiene senza ombra di dubbio. Gli ingredienti ci sono tutti. Rigorosamente: delitto, investigatore, indagini svolte con sistemi scientifici – e certo la professione dell’autore lo ha reso infallibile nella precisione dei dettagli offerti al lettore – lo scioglimento finale.
Domenico Manzione conosce le venti regole di S.S. Van Dine e le applica tutte, anche l’ultima che elenca le banalità da evitare. E così, questo romanzo accattivante ci riserva sorprese, non solo, come è scontato che sia, nel dipanarsi della trama, ma, e forse soprattutto, in ciò che l’autore, esordiente nella narrativa, ma profondo conoscitore dei meccanismi giudiziari, lascia trapelare, con discrezione, a volte con ironia e sempre rispettando l’appartenenza ad un genere letterario, del suo pensiero sulla pratica della giustizia.
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